Carabinieri della stazione di Ca-Villanova, al termine di un’indagine, hanno identificato e denunciato in stato di libertà gli autori di due truffe: due fatti distinti tra loro ma legati da un simile modus operandi.
Tutto parte da due querele presentate il 28 novembre scorso e il 15 gennaio di quest’anno da due disoccupati, una donna di 54 anni di Cagliari e un uomo di 33 anni di Mamoiada, che hanno in comune un bisogno: un posto di lavoro. Elemento di cui i tre (due in concorso tra loro) autori hanno approfittato, contando sulla disperazione delle vittime, disposte anche a pagare diverse centinaia di euro per inseguire la speranza di ottenere un lavoro.
Le persone denunciate per truffa e sostituzione di persona in concorso tra loro, sono C. P., 50 anni di Cagliari, pregiudicato per reati della stessa specie, arrestato nel mese di novembre 2011, sempre per truffa, dalla stazione di Villanova, A.R., 43 anni di Quartu Sant’Elena, pregiudicato e O. G., 48 anni di origine napoletana ma residente a Quartu Sant’Elena, pregiudicato.
I fatti - Nel primo caso C. P. si era presentato alla vittima (la donna 54enne), commerciante ambulante con evidenti difficoltà economiche, mentre questa stava allestendo una bancarella nel mercato di Piazza Trento di Cagliari. Il presunto truffatore ha quindi instaurava un dialogo con la donna, millantando di essere un palombaro che stava eseguendo dei lavori nel porto canale di Cagliari. Quindi dopo avere evidentemente finto compassione per la sua deficitaria situazione economica, offriva alla donna il proprio aiuto promettendole di poter mediare per lei, perché venisse assunta come addetta alla mensa nella ditta per cui lavorava. Quindi prima di salutarla, per accreditarsi definitivamente la sua fiducia, la invitava a contattare diverse utenze telefoniche intestate a dei riferiti “colleghi” che l’avrebbero dovuta seguire nella burocrazia delle pratiche necessarie all’assunzione. In realtà alle varie utenze rispondeva sempre C. P., camuffando la voce e presentandosi con falsi nomi. In una di queste chiamate illudeva la vittima di una imminente assunzione, che però sarebbe stata legata obbligatoriamente al disbrigo urgente delle pratiche di “assunzione immediata” e “buona condotta” per le quali necessitava di marche da bollo per un valore di 500 euro. La donna, attratta dalla proposta e pressata dalla fretta impostale dall’uomo, in buona fede gli ha consegnava i soldi richiesti. Ma nonostante tutto questo la poveretta non ha ottenuto alcun lavoro, tantomeno è più riuscita a mettersi in contatto con il millantatore, che dopo avere ricevuto i soldi disattiva ogni utenza a lui riconducibile.
Nel secondo caso un sedicente “Alberti Gennaro” ( in realtà è stato accertato essere O. G.), con la scusa di farsi dare un passaggio, ha offerto alla vittima del caso un posto di lavoro ben remunerato: il “Gennaro” non ha però fatto alcuna pressione, ne ha insistito, ma ha gettato esclusivamente l’amo all’uomo di Mamoiada, dando a lui l’onere di dover fare la prima mossa, tanto per rendere l’adescamento più credibile. Infatti, nel maggio 2012, ritrovatosi senza lavoro, la vittima ha contattato il sedicente “Alberti Gennaro” chiedendogli se l’offerta fattagli tempo addietro fosse stata ancora valida: Alberti ha confermato la sua proposta e così, qualche mese dopo, la vittima è stata contattata da un sedicente “Orrù Franco”.
Quest’ultimo, è stato poi accertato che si chiama in realtà chiamarsi A. R., dopo averlo raggirato con una marea di notizie false ed avergli dato un biglietto da visita riportante il suo falso nome, membro di una fantomatica ditta “Sodesco Travel Trasporti” ovviamente inesistente, gli ha garantito un posto di lavoro come autista, a patto però che prendesse il modello cqc.
Per tale ragione ha chiesto alla vittima 1000,00 euro in contanti per l’acquisto delle marche da bollo necessarie al conseguimento del titolo: i soldi sono stati perciò pagati dalla vittima nelle mani dell’A.R., soldi per i quali quest’ultimo ha emesso una fattura “apparentemente” regolare. Da allora, nonostante le innumerevoli chiamate fatte dall’uomo di Mamoiada all’utenza di “Orrù Franco”, si è sentito replicare, con scuse sempre meno credibili, di non poter far fronte a quanto pattuito, fino a quando la vittima prendeva finalmente coscienza di essere stata oggetto di una truffa. Poi, il 17 gennaio scorso, i carabinieri della Stazione di Ca-Villanova, qualificandosi, hanno contattato l’utenza utilizzata dal sedicente “Orrù Franco” nella truffa, il malfattore ha provato a dissimulare la propria identità anche nei confronti dei militari, venendo tuttavia facilmente smascherato e collezionando un’ulteriore denuncia anche per il reato di sostituzione di persona.