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Grasso: Falcone subì di tutto, impossibili paragoni

"Falcone, nella sua vita professionale, subì di tutto, cose enormi, di fronte alle quale impallidiscono i riferimenti di Ingroia". Lo afferma in un'intervista a Repubblica Pietro Grasso, capolista del Pd al Senato nel Lazio, commentando lo scontro tra il Pm Ilda Boccassini e il leader di Rivoluzione civile Antonio Ingroia.

Per Grasso il paragone con Falcone "è fuori luogo" ma anche il riferimento "è errato": "Falcone - spiega - non 'andò mai in politica', non ci entrò mai. Ci si avvicinò in un ruolo tecnico e solo perche' gli era stato impedito di continuare le indagini" e per la sua scelta subì attacchi "dai magistrati e dai politici". Quando mise a punto il progetto per la Dna, ricorda Grasso, "magistrati del calibro di Caselli e dello stesso Borsellino firmarono una lettera contro. E fu necessario un decreto legge e poi il voto di fiducia per far passare l'idea della Direzione nazionale antimafia".

Grasso risponde alle critiche rivolte alle toghe che passano in Parlamento: "Un conto è esercitare l'azione penale ed entrare in politica senza soluzione di continuità - dice -, un conto è farlo dopo un periodo di stacco". "Io ho esercitato l'azione penale per l'ultima volta nel 2005 - prosegue -, da Procuratore capo a Palermo, poi ho svolto un ruolo di coordinamento. Nessuno può insinuare che abbia utilizzato il mio ruolo per fini politici".

Ingroia? "Non scendo su questo terreno", aggiunge Grasso, "dico solo, citando Calamandrei, che un magistrato non deve solo essere indipendente, ma anche apparire tale. E aggiungo anche: quando la politica entra nella giustizia, non è più giustizia".

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