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Bersani attacca Monti: la sua lista non è una buona notizia per l’Italia

Il leader del Pd Pierluigi Bersani torna in tv e attacca la scelta di Mario Monti di scendere direttamente in campo con una propria lista. Quella della sua 'salita' in politica "non è una buona notizia per l'Italia", dice chiaramente. Si tratta di una decisione "legittima", ma ora che è sceso nell'agone "accetterà che gli si faccia qualche domanda". E la prima che il segretario ha in mente è quella sul perché "tutti i difetti del Pd si scoprono ora", mentre per un anno, quello nel quale i democratici lo hanno sostenuto, non sono stati visti.

Bersani - ospite di Otto e mezzo - non ci sta all'accusa di "conservatorismo" che il Prof gli ha riservato e ha "qualche obiezione" anche rispetto all'idea che Pd e Pdl abbiano frenato allo stesso modo sulle riforme o su materie come l'anti-corruzione. Dall'altra parte però, il leader dei democratici puntualizza che i suoi avversari, restano "la Lega e il Pdl" e dopo il voto la porta è aperta ai moderati. "Assolutamente si"', replica a Lilly Gruber che gli chiede se dopo il voto parlerà con Monti. Ma il Pd - sottolinea - comunque "vincerà sia alla Camera che al Senato", e poi "mi rivolgerò anche alle forze che stanno fuori" perché "non siamo settari".

Nel corso della trasmissione Bersani, che si dice disponibile a un confronto tv con Berlusconi e Monti ("i confronti mi piacciono, mettiamoci d'accordo") minimizza anche sulle parole di Nichi Vendola che aveva invitato a "mandare al diavolo" i super-ricchi. "E' stata una battuta", dice Bersani per il quale però l'obiettivo deve essere quello di tenerli in Italia a "pagare tutte le tasse".

Sul fronte economico il leader del Pd ribadisce l'ipotesi di alleggerire l'Imu con una tassa sui grandi patrimoni immobiliari e poi che, una volta al governo, potrà pensare a una riduzione dell'Irpef per i redditi più bassi e sul lavoro. Infine rivendica con orgoglio il lavoro del Pd fatto per le primarie dei parlamentari ("non sono stato troppo in tv - fa sapere - perché ero impegnato su quelle") che porteranno in Parlamento "i tre quarti degli eletti". Non ci saranno impresentabili e, a breve, ci sarà un nuovo nome forte sul fronte del cattolicesimo democratico.

Renzi dovrebbe essere soddisfatto del lavoro fatto che ha dato spazio anche al pluralismo del Pd che è un "collettivo" e non certo il partito "di un uomo solo" (altra stoccata a Monti). Il sindaco di Firenze ci sarà in campagna elettorale perché "siamo una grande squadra" e, fa sapere Bersani, "sono pronto anche a iniziative insieme a lui".