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Pagamenti P.A. – Chiarimento del Ministero: i 30 giorni per pagare valgono anche per i lavori pubblici.

È quasi una dichiarazione di guerra quella del Presidente di Confartigianato Imprese Sardegna, Luca Murgianu, contro tutti coloro che, nell’Isola, non pagano o lo fanno con tempi che di media raggiungono i 150 giorni, con punte che vanno anche oltre i 9 mesi, ma che per il settore Sanità superano i 300 giorni.

Ma la novità che potrebbe mettere fine a questo problema arriva dal Ministero dello Sviluppo Economico. Il Dicastero, infatti, recependo le sollecitazioni di Confartigianato, ha emanato una circolare (n. 1293 del 23 gennaio 2013) relativa ai ritardati pagamenti delle Pubbliche Amministrazioni in cui si chiarisce che la nuova disciplina (30 giorni di regola, 60 al massimo solo per ASL e Ospedali) introdotta in attuazione della direttiva comunitaria n.7/2011, si applica a tutti i settori produttivi inclusi i lavori pubblici, dove operano le imprese di costruzione che rappresentano uno dei settori maggiormente colpiti dal grave fenomeno dei ritardi di pagamento del Pubblico e delle imprese private.

Quello dei ritardi di pagamento è uno dei problemi più gravi all’origine della mancanza di liquidità degli imprenditori e, addirittura, in questi tempi di credito scarsissimo, porta alla chiusura molte aziende.

Una recente analisi di Confartigianato, a livello nazionale, rileva che la Pubblica Amministrazione è sempre più lenta a pagare le imprese fornitrici di beni e servizi: nel 2012 il tempo medio è salito a 193 giorni. Tra maggio e novembre 2012 il ritardo con cui gli Enti pubblici (Amministrazione centrale, Regioni e Province) hanno saldato le fatture alle imprese è ulteriormente aumentato di ben 54 giorni. Alle imprese il ritardo con cui la PA salda i propri debiti rispetto ai 30 giorni stabiliti dalla nuova legge costa 2,5 miliardi di maggiori oneri finanziari. Il rapporto di Confartigianato rivela che la Pubblica Amministrazione ha accumulato debiti commerciali per 79 miliardi nei confronti dei fornitori di beni e servizi. Di questi, 35,6 miliardi si riferiscono a debiti verso fornitori del Servizio Sanitario Nazionale, che comprende Asl, Aziende Ospedaliere, Aziende Ospedaliere Universitarie e Irccs.

Gli interessi di mora

La Direttiva UE 2011/7, regola anche gli interessi di mora.

Passati i 30 o 60 giorni, scattano automaticamente gli interessi di mora su base giornaliera ad un tasso pari al tasso di interesse applicato alla Banca Centrale Europea (0,75% fino al 30 giugno), in vigore all’inizio del semestre di riferimento, maggiorato dell’8%, senza che sia necessaria la costituzione in mora.

Quindi, per tutto questi primi 180 giorni del 2013, ai ritardi nei pagamenti nell’ambito di tutte le transazioni commerciali, si applicheranno gli interessi di mora dell’8,75%, sin dal primo giorno di ritardo. Com-red