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Monti: ‘Non sono la stampella di nessuno’

Mario Monti non cambia strategia elettorale: si guarda bene - ovviamente - dall'aprire all'ipotesi di una alleanza post elettorale con i Democratici: ma è una ragione tattica, visto che correrebbe il rischio di perdere l'elettorato moderato di centrodestra. Prova ne è il fatto che il professore evita con cura di attaccare frontalmente il segretario del Pd, privilegiando come bersagli il Cavaliere, il leader di Sel e Cgil. "Mi sembra prematuro" parlare di alleanze con il Pd dopo il voto o di un governo Monti-Bersani, si schermisce ai microfoni di Radio Monte Carlo.

Prima ci si deve concentrare sui "problemi" del Paese e solo "successivamente" sulle alleanze. Un tema che lo porta ad evidenziare le contraddizioni nello schieramento di centrosinistra: "E' molto importante che spieghiamo bene cosa vogliamo fare e che lo faccia anche il Pd", rileva il premier, rimarcando quanto diverse siano le sensibilità su temi come le infrastrutture, l'energia, la Tav e il Fiscal Compact. Basta prendere la mia Agenda: "c'è chi, come Vendola, è totalmente contrario; chi, come Bersani, è disposto a prendere alcune parti; e infine ci sono i 'montiani'...".

Chiarisce ancora meglio la sua posizione parlando della disoccupazione giovanile, che reputa una "infamia". Per ridurla, spiega, occorrono competitività, infrastrutture, politiche nazionali adeguate. Ma, aggiunge con l'ennesima stoccata a Sel e Cgil, c'è chi si è' "opposto" ad accordi sindacali moderni e alla costruzioni di grandi opere. Per questo "voglio creare una formazione di riformatori e non mi importa niente che vengano da destra o dalla sinistra basta che smettano di bloccare il cambiamento". Come esempio cita il "tridente" che schiererà in Lombardia: Ichino, Albertini, Mauro. Candidature che simboleggiano perfettamente il tentativo di andare oltre gli schieramenti.

Anche se la 'sua' lista, Scelta Civica, sarà composta esclusivamente dalla società civile: come la scienziata Ilaria Capua o Annalisa Minetti. Lista che pare abbia sollevato qualche irritazione tra i suoi alleati. Se a sinistra non le manda a dire, a destra lancia vere e proprio bordate. Rispedisce al mittente l'accusa di Angelino Alfano di essere la "stampella" di Bersani: "Spero semmai di essere la scala di ingresso della società' civile italiana". Ma è contro Berlusconi che lancia le frecce più velenose: "Spero che non abbia speranze" di vittoria, afferma.

Poi si chiede come mai, se ha le idee così chiare su cosa si dovrebbe fare, non lo abbia fatto lui "otto degli ultimi undici anni" in cui ha governato. Quanto all'accusa di aver guidato un governo "tragico", la sua replica è sprezzante: "Bisogna che l'onorevole Berlusconi si stabilizzi un po’ “ visto che pochi mesi fa mi proponeva come federatore del centrodestra. "Che si fissasse un po' meglio le idee", sospira il professore.

Da candidato di una "forza politica", come chiama (per la prima volta) la sua lista civica, può finalmente togliersi le "scarpette da danza classica" che ha dovuto tenere per 13 mesi, camminando su un campo "minato" dove ogni sua dichiarazione rischiava di far "saltare" il governo. Quanto al programma in caso di vittoria, Monti dice di voler "approfondire" la possibilità di detrarre fiscalmente quelle spese, dall'idraulico al commercialista, che faciliterebbero il rilascio di ricevute fiscali; ripresenterebbe i tagli alle province bloccati dai partiti e farebbe "di tutto" per evitare un rincaro dell'Iva a luglio. Nega, infine, di aver ironizzato sulla statura di Renato Brunetta: "E' grottesco solo pensarlo", dice.