Chiarimento telefonico fra Mario Monti e Pierluigi Bersani a Roma, finalizzato a fare il possibile affinché questa campagna elettorale torni a concentrarsi più sul confronto di merito su attualità e programmi che sullo scontro personale e le mosse di tattica e strategia delle forze politiche, alleanze incluse. La notizia, riferita questa mattina dal quotidiano 'la Repubblica', ha trovato conferma da fonti autorevoli vicine ai due protagonisti, che invece hanno escluso un faccia a faccia fra i due leader.
"Il presidente del Consiglio Mario Monti ha avuto, ieri e oggi, colloqui telefonici con i leader dei partiti che hanno sostenuto il governo ora in carica per gli affari correnti, Angelino Alfano, Pierluigi Bersani, Pierferdinando Casini - si legge in una nota di Palazzo Chigi - Oggetto dei colloqui sono state alcune nomine di prefetti, la situazione nel Mali e la preparazione del Consiglio europeo sul bilancio dell'Unione europea".
Non hanno confermata, invece, la definizione di un vero e proprio patto di non belligeranza fra Bersani e Monti individuando nel solo Berlusconi il nemico comune, come riferito dal quotidiano.
Monti e Bersani, sostiene invece Repubblica, avrebbero siglato un patto di non belligeranza per la corsa verso il 24 e 25 febbraio. Nell'intesa è stato individuato anche un pericolo comune che dai prossimi giorni diventerà il bersaglio principale dei discorsi e dei comizi del segretario del Pd e del leader centrista. "Per tutti e due l'avversario è Berlusconi", scrive Repubblica.
Mario Monti ieri a Sky ha tenuto il punto sulle distanze che lo separano dal Pd: 'La sinistra - ha fatto grandi passi avanti verso l'accettazione dell'economia di mercato, ma quando fa riforme verso l'apertura della concorrenza va un po' contro la sua cultura storica'. Il premier ha poi aggiunto che alcune forze vicine al Pd sono troppo "conservatrici".





