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Lina Lunesu (PdL): “Una mozione per sollecitare interventi sulle carceri, la territorializzazione della pena e il trasferimento degli agenti penitenziari”

La territorializzazione della pena e la possibilità, per i tanti agenti penitenziari che operano nelle carceri della penisola, di svolgere il loro lavoro in Sardegna.

È questo l’argomento di una mozione del PdL, prima firmataria Lina Lunesu che, manco a farlo apposta, coincide con l’ultimo atto di autolesionismo messo in atto da un detenuto algerino rinchiuso a Cagliari, che protestava per il mancato trasferimento al Marassi di Genova, città in cui vive il fratello, unica persona che potrebbe fargli visita in prigione.

«In questi anni il Consiglio regionale ha prodotto tanto - dichiara Lina Lunesu -. Ad esempio il protocollo d’intesa siglato il 7 febbraio 2006 tra il Ministero della Giustizia e la Regione autonoma della Sardegna, in cui proprio gli uffici del Guardasigilli si impegnavano, in attuazione del principio generale di territorializzazione della pena previsto dalla legge n. 354 del 1975 e s.m., “a destinare e/o favorire il rientro in istituti della Sardegna dei detenuti di origine, residenza o interessi nel territorio sardo che aspirano a tale rientro”».

«In seguito - prosegue - ci sono state due risoluzioni della Seconda Commissione. la n. 1 del 16 aprile 2009 (Sulle problematiche del settore penitenziario in Sardegna) e n. 15 del 3 marzo 2010 (sull’attuazione del Protocollo d’intesa tra Ministero della Giustizia e Regione autonoma della Sardegna). Queste risoluzioni impegnano la Giunta regionale a portare all’attenzione del Governo le problematiche nelle quali versano le carceri sarde e ad attivare tutte le misure necessarie all’attuazione del Protocollo d’Intesa».

«Per ultimo, il 6 marzo scorso il Consiglio regionale della Sardegna ha approvato la mozione n. 168/16 nella quale è denunciato il rischio che le carceri sarde vengano trasformate in istituiti di massima sicurezza e nella quale viene costatata la completa inattuazione del principio di territorializzazione della pena».

«La mia mozione, quindi, rafforza quanto già prodotto negli anni dal Consiglio regionale - afferma l’esponente politico - e che probabilmente non è stato sufficiente per scuotere il problema. Ma la cosa particolare sono i numeri di tutta questa storia - aggiunge -  perché si parla di circa 160 detenuti sardi che stanno scontando la pena in istituiti penitenziari situati fuori dalla Sardegna in violazione dei loro diritti e del principio di territorializzazione della pena. A questo, occorre sommare le spese che i familiari sono costretti ad affrontare per recarsi nella penisola ogni volta che viene accordato un colloquio con i loro congiunti, ma anche una spesa inutile per lo Stato nei casi in cui questi detenuti devono essere trasferiti, in maniera temporanea in Sardegna in occasione dei diversi gradi di processo».

«Inoltre, sono numerosi gli agenti penitenziari sardi che lavorano da anni fuori dal territorio regionale - conclude Lina Lunesu - e che, dopo un ragionevole periodo, auspicano un trasferimento in Sardegna». Com

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